Sulla strada del Prosecco, tra Conegliano e Valdobbiadene

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e lì ti porterò… ?

Tra Conegliano e Valdobbiadene c’è una distesa immensa.
Dove la terra bacia il cielo per mezzo di un’infinita vastità di colline.
Dove le colline sembrano onde di mare e dove l’uva cresce piano fino a diventare vino.
Dove gli occhi si perdono in brillanti sfumature, tante ma così tante che un pò ti manca il fiato.

Da quassù si può ammirare un panorama bellissimo, ettari di vigneti ininterrotti baciati dal sole, e sulla punta delle colline i boschi di castagno. Tutto verde se ci vai in luglio o per lo meno in piena estate, i grappoli ancora acerbi in trepida attesa di maturare e prendere colore.

Ho avuto la possibilità di scattare queste foto dalla tenuta Canevel Spumanti in occasione di una degustazione di vino assieme ad amici intenditori. Beh, io sono un pò astemia eh, non ridete per favore e non pensiate che sia un’esperta, ma ho apprezzato tutto di questa insolita giornata, a un’oretta da casa scoprendo ancora una volta quanto è bello e ricco il mio Veneto. E imparando cose nuove sul vino, prodotto in questa magnifica terra: il signor Prosecco.

La Strada del Prosecco si snoda proprio qui, in mezzo alla natura tra vigneti, cantine e castelli, dove il vero protagonista è un vino pregiato e conosciuto ormai in tutto il mondo: il Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG
La lunghezza di questa strada è di circa di 90 km, un percorso che evidenzia la bellezza di queste zone, un paesaggio mozzafiato che cambia colore a seconda delle stagioni ma che mantiene sempre vivo il suo meraviglioso incanto.

Io non l’ho attraversata tutta ma se voi avete tempo vi assicuro che troverete molti posticini carini lungo la via. Partendo dalla città di Conegliano, incontrerete Refrontolo, luogo conosciuto per il Molinetto della Croda, un antico mulino ad acqua in parte scavato nella pietra che ricorda moltissimo la casa del Mulino bianco della pubblicità ?
Si prosegue verso Solighetto, poi Farra di Soligo, fino a raggiungere Col San MartinoColbertaldo sempre immersi in distese immense di vigne e campi, e se si prosegue verso nord si raggiunge la pregiata area del Cartizze da cui si ricava l’omonimo spumante.
Si risale verso Santo Stefano, dove noi abbiamo pranzato presso l’agriturismo La Rondine, un pò complicato forse da raggiungere risalendo per una stretta stradina che sembra condurre solo a campi mentre poi si arriva e si è ancora più in alto e la vista da qui è davvero pura poesia! Dopo San Pietro di Barbozza si giunge infine a Valdobbiadene, per concludere il percorso.

Un altro posticino bello che ancora vi consiglio di visitare se siete in zona Valdobbiadene, è questa osteria qui.
Si chiama Osteria senz’Oste e si arriva percorrendo una stradina tra le vigne nel regno del Prosecco, più precisamente tra i filari di un vigneto dove si può parcheggiare e poi proseguire a piedi. Non serve chiedere il permesso, è fatto a posta ed è stato messo a disposizione dei visitatori, sembra strano ma è così… Si nota un cartello verdino con su scritto L’oste dov’è? e si prosegue proprio per di là. Poco più avanti c’è il casolare, su un’altura che si affaccia nella verde distesa del Cartizze. Infinita. Vasta e bellissima. Si sale di fianco al casolare e tutto è ricoperto di tralci di vite, un’ombra fresca e rilassante alla luce calda del sole di luglio, ogni tanto qualche panchina e dei tavoli e giù, proprio sotto i nostri piedi tutte quelle colline.
Anni fa in questa locanda, l’oste riforniva la dispensa di prodotti caserecci, e poi se ne andava. Potevi mangiare e bere con educazione ma in libertà, poi in base al tuo buon cuore, lasciare un’offerta. Riporto la storia e questa bella idea di Cesare De Stefani, proprietario dell’Osteria che merita davvero di essere raccontata e letta, trovata nel web nell’intervista a un giornale di qualche anno fa:

– È cominciato tutto per caso, racconta. Avevo questo vecchio casale tra i miei vigneti, sempre aperto, dove venivo con gli amici magari a bere qualcosa. Capitava però che quegli stessi amici, passati magari a farmi un’improvvisata, non mi trovassero. Allora lasciavano un bigliettino, lamentandosi di essere rimasti a bocca asciutta. Così iniziai a mettere sul tavolo una bottiglia, i bicchieri e un’indicazione: “Valore 10 Euro, servitevi pure”, con accanto un salvadanaio. L’idea è piaciuta: la gente beveva e lasciava l’obolo. Allora ho via via arricchito l’offerta, con pane, salumi e altro che regolarmente viene sistemato nella dispensa dell’Osteria. Poi, per non avere problemi col fisco, ho messo il registratore di cassa self-service invece del salvadanaio. –

Ecco, io trovo questa cosa bellissima! Un invito sincero all’onestà della gente, una sfida alla fiducia reciproca, una filosofia che vuole credere nel buonismo delle persone nonostante il rischio di inconvenienti e furti poco leali da parte di possibili maleducati, vandali e ladruncoli.

L’osteria è davvero particolare e caratteristica, fatta di pietre e sassi: se entrate dalla porticina, vi scapperà sicuramente un grande “wow!”: tutte le pareti sono adorne di foglietti, compreso il soffitto che sembra un enorme mosaico fatto di fotografie, cartoline e appunti di viaggi lasciati negli anni da tanti sconosciuti passati di qui, a testimoniare il loro affetto per il posto. Il signor Cesare, dato che la cosa si è parecchio ingrandita, ha sistemato anche un distributore automatico di bottiglie di vino tra le vigne, ha portato sedie e tavolini per rendere confortevole il suo terreno e per dare ospitalità a tutti i passanti.

Si prende un tagliere, si affettano salumi, e si gustano pane e formaggio, piatti semplici di carne, polenta e uova, qualche dolce casereccio e si fa cin cin con un buon bicchiere di Prosecco, si prende quello che c’è e ora si paga in una cassa automatica, che con la modernità dei nostri giorni ha appunto sostituito l’obolo. E si resta a chiacchierare in compagnia ammirando il panorama stupendo di fronte, in mezzo al verde.
Ciò che conta è la fiducia e l’onestà poiché i prodotti hanno un cartellino con su scritto il loro valore, non il prezzo. Si può anche mangiare altrove comunque e passare di qui solo per vedere questo angolo di paradiso.

L’Osteria senz’Oste si trova lungo la strada che da Valdobbiadene va verso Santo Stefano, passato il paese di San Pietro di Barbozza. Il luogo è accessibile fino circa alle ore 22.

La location quindi è molto suggestiva, un concetto di turismo e ristorazione un pò fuori dalle regole, una specie di self service basato sull’educazione e sul rispetto del luogo, dove si acquista in autonomia e si cerca l’angolino preferito per sedersi a mangiare e a bere in compagnia. Vi avverto che ultimamente è piuttosto conosciuto e rinomato questo luogo ed è possibile che nei weekend ci sia parecchio via vai di gente, anche tantissimi giovani, attenzione quindi alle folle e a trovare parcheggio ma consiglio di lasciare l’auto lontano dal casolare e raggiungerlo poi a piedi: la vista delle vigne da qui è formidabile, le colline Unesco tutte in fila sanno danzare come onde sinuose fino a creare un indelebile e prezioso ricordo, non perdetelo! ?

Se passate da qui, ve lo consiglio ecco! Occhi e cuore in assoluta armonia con la natura ?

Un caro saluto a voi, baci ?

Sonia

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